Studio: l'89% del campione è deceduto, il 39% per malattie cardiovascolari
La solitudine non fa bene alla salute e vivere da soli è risultato associato a un maggior rischio di morte. Lo rivela uno studio danese condotto inizialmente su 3.346 maschi, di età media 63 anni, il cui stato di salute è stato monitorato per un tempo medio di ben 32 anni. Nel corso del periodo di osservazione, l'89% del campione è deceduto, il 39% per malattie cardiovascolari. Pubblicato sull'European Heart Journal - Quality of Care and Clinical Outcomes, lo studio è stato coordinato da Finn Gyntelberg de The Copenhagen Male Study, Unita di Ricerca Epidemiologica, del policlinico universitario di Bispebjerg.
Gli esperti hanno tenuto conto di diversi parametri noti per influenzare il rischio di morte prematura: dal fumo al sovrappeso alla pressione alta etc. anche tenuto conto di tutte queste variabili, vivere da soli è risultato associato a un rischio del 23% maggiore di morte prematura e a un rischio del 36% maggiore di morte per cause cardiovascolari. Il rischio di morte prematura da solitudine aumenta al diminuire delle condizioni socio-economiche dell'individuo e si annulla per la fascia sociale più alta (individui laureati e con posti di lavoro dirigenziali etc). "E' paradossale che più viviamo in grandi centri urbani densamente popolati e più le persone vivono sole" - sottolinea il primo autore del lavoro Magnus Jensen, dell'Università di Copenaghen; l'isolamento sociale è un problema di dimensioni globali e non può essere risolto a livello individuale".
fonte: European Heart Journal
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